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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Come insegnare la letteratura a Teheran oggi

Azar Nafisi è una scrittrice iraniana che vive negli Stati Uniti, nel romanzo "leggere Lolita a Teheran" racconta del suo tentativo di tenere corsi all'università di Teheran, su autori occidentali. Per aver letto e commentato Il Grande Gatsby dello scrittore Scott Fitzgerald viene "processata" dagli studenti integralisti durante la rivoluzione islamica. Azar non riusciva a spiegare la sua passione per Gatsby. Continuava a ripetere le parole dello scrittore del romanzo: "questo è il succo del mio romanzo, la perdita di quelle illusioni che danno colore al mondo: così che non importa più se una cosa è vera o falsa, purché partecipi di quello splendore". Il romanzo non parlava di adulterio ma della perdita dei sogni.

Il riscatto di Celso

Celso compose uno scritto polemico contro i cristiani nel 170 d.C. 70 anni dopo il teologo Origene venne sollecitato dal suo sponsor Ambrogio per redigere una risposta alle critiche mosse da Celso, alla nuova religione. Verso la metà del III secolo l'impero stava attraversando un periodo di crisi  dove vennero accusati i cristiani di essere una sorta di "quinta colonna" che indeboliva l'impero. La verità che Celso oppone ai cristiani è fondata su due principi:  -il logos: ovvero principio di "razionalità"  -il "nomos": ovvero una legge intesa come somma delle tradizioni etico-civili dei popoli riuniti in unità dal governo illominato di roma. Origene presenta Celso come un filosofo ateo, determinato anche Epicoreo, in quanto i seguaci  di Epicureo negavano l'esistenza della provvidenza e interesse della divinità verso gli uomini.

I maestri di Clemente Alessandrino

Dag Tessore sottolinea l'importanza del fatto che Clemente Alessandrino sia vissuto solo un secolo dopo Gesù.  Alessandrino è uno degli autori cristiani più antichi: le sue opere furono scritte intorno al 190 a.C. il suo è stato uno dei primi grandi libri del cristianesimo e di conseguenza uno dei suoi testi fondanti. Il maestro di Clemente era Panteno il quale sarebbe stato discepolo di Giovanni. Attraverso la diretta linea-educativa Cristo-Giovanni-Panteno-Clemente, quest'ultimo ha potuto raccogliere gli insegnamenti trasmessi per via orale da coloro che hanno condiviso l'esperienza stessa di Gesù.

Come allevare i bambini

Muhammad al-Ghazzali è un noto pedagogista islamico.  Il bambino è in deposito nelle mani dei suoi parenti. Il suo cuore puro è una perla preziosa, semplice, priva di ogni impronta e forma. Se viene indirizzato e istruito al bene, cresce buono e diventa felice in questa vita e nell'altra.  Se viene istituito e indirizzato verso il male, cresce infelice e la pena ne ricade sul capo di chi lo ha in podestà ed in cura. Al-Ghazzali ritiene l'infanzia un momento particolarmente importante per l'educazione, perché il bambino è molto recettivo e la sua mente può essere facilmente plasmata. Per i pedagogisti cristiani il Vangelo e la Bibbia sono testi educativi fondamentali, per il pedagogista musulmano il testo basilare è il Corano.

Educazione e salvezza

Nel 610 Maometto riceve la rivelazione che poi sarà messa per iscritto nel Corano. L'opera fornisce le indicazioni utili al buon credente. Esso ha un carattere educativo in vista della salvezza personale per da ottenere un'altra vita. Un esempio di alcuni versetti: - sosterremo con i doni del tuo Signore questi e quelli. I doni del tuo signore non sono negati a nessuno. - il tuo signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. - non toccate i vostri figli per timore della miseria: siamo Noi a provvederli di cibo. Ucciderli è un peccato gravissimo.

Il mondo ordinato

Severino Boezio ha composto la consolazione della filosofia quando era in carcere tra il 523 e 524.  In quest'opera immagina che nelle vesti di una donna anziana appaia la filosofia per rivelarle che il mondo non è caotico ma ordinato. La filosofia dimostra che Boezio da tanta importanza agli eventi della sua vita, come l'essere esule e sbagliato dei propri beni, eper malattia ha offuscato la sua ragione.  Alla fine Boezio riconquista la sua scintilla di verità, della quale potrà riacquistare la salute, è la verità che ci salverà,  e questa è la consolazione che nei mali può fornire la filosofia.

La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia

Gesù ricorre spesso alle parabole che usano esempi concreti per rendere immediatamente comprensibili concetti complessi.  Egli paragona l'uomo che ascolta la parola di Dio a colui che costruisce la casa sulla roccia e quindi resiste alle avversità della vita.  Gesù disse che chiunque ascolti le sue parole e le metta in pratica è simile ad un uomo che costruisce una casa e posa le fondamenta sulla roccia.  Essendo sopravvenuta ad un'inondazione, il fiume irruppe contro quella casa ma non poté scuoterla poichè era stata costruita bene.  Chi invece non ascolta e non mette in pratica le sue parole è simile ad un uomo che ha costruito la sua casa su una terra senza fondamento. Il fiume vi irruppe contro e subito crollò e grande fu la rovina di quella casa.

L'Europa e la cultura araba

I dotti musulmani rielaborano le teorie di Platone e Aristotele. Gli scienziati islamici compiono progressi in vari campi come l'alchimia, la medicina, la fisica e l'astronomia. Gli arabi danno anche un grande contributo nella matematica, ad esempio i numeri che utilizziamo noi sono arabi. Nelle città di Baghdad e Bassora si sviluppa anche la letteratura araba, la quale ha forti intenti pedagogici.

La scuola nell'Islam

L'educazione islamica si richiama alla Sunna, un testo che riporta parole e azioni di Maometto. Il credente nell'Islam ha il dovere sia di istruirsi sia di istruire. L'istruzione è suddivisa in: -Istruzione primaria: scuole elementari; -Istruzione secondaria: fase di transizione e specializzazione, nella quale gli alunni acquisiscono abilità manuali e competenze specifiche; -Istruzione superiore: riservata ai maschi appartenenti a ceti alti, prima impartita nella moschea e poi nella madrasa (collegio in cui convivono studenti e insegnanti retribuiti dallo Stato).

Educazione nell'Islam

I Cinque pilastri sono alla base dell'educazione del fedele musulmano. Il Corano è un codice religioso, giuridico, morale e sociale. L'Islam raccomanda una formazione complessiva dell'essere umano: corpo, ragione, spirito, istinti e sentimenti. L'educazione è dunque contraddistinta da un'impronta religiosa: bisogna trasmettere due valori fondamentali, la fede e la conoscenza attraverso la rivelazione coranica.

Maometto e l'Islam

La nascita dell'Islam si deve al profeta Maometto. Il testo sacro dell'Islam è in Corano. Maometto ai ritiene l'ultimo profeta, preceduto da Cristo, ma non figlio di Dio. Egli non sa leggere e scrivere, trasmette quindi il contenuto del Corano oralmente. La religione islamica prevede 5 pilastri: -testimonianza di fede; -cinque preghiere quotidiane; -pagamento dell'imposta coranica; -pellegrinaggio a La Mecca; -digiuno rituale (Ramadan) nel nono mese lunare.

L'EDUCAZIONE NELLA CIVILITA' MUSULMANA: Il mondo arabo preislamico, la tradizione orale

La civiltà araba si sviluppa nella penisola arabica, grazie all'impulso di Maometto, fondatore del'Islam. L'Arabia è abitata soprattutto da tribù nomadi dedite alla pastorizia: i beduini si spostano continuamente, portando con sè tutti i propri beni. I poemi preislamici hanno anche un carattere pedagogico: insegnano ai giovani i propri compiti e raccomandano i valori come l'ospitalità, generosità e carità.

L'educazione del cavaliere

L'educazione cavalleresca è rivolta ai membri dell'aristocrazia non destinati alla carriera ecclesiastica. L'educazione è la prima forma di educazione laica medioevale. Al futuro cavaliere vengono insegnati la lealtà al proprio signore e la fedeltà agli impegni assunti. Deve imparare a prendersi cura dei deboli e indifesi, come le donne e i bambini. Il suo compito sarà anche la difesa della Chiesa. La formazione cavalleresca comincia molto presto: - a sette anni il ragazzo viene affidato come paggio a un gentiluomo, impara a cavalcare e ad usare armi; - a quattordici anni viene inviato come scudiero presso un castello o presso la corte stessa del sovrano se appartiene ad una famiglia importate: impara l'arte della conversazione e arti come la danza e il canto; - a ventun anni diventa cavaliere.

Le scuole episcopali, parrochiali, patriarcali

I monasteri si caratterizzano, oltre che per essere luoghi di culto, anche per essere centri di formazione dei futuri monaci. I giovani apprendono la lettura, scrittura e le pratiche di fede. Alcuni monasteri comprendono due distinte scuole, per chierici e laici, un esempio è un monastero di san Gallo in Svizzera. Il concilio di Toledo del 527 rende ufficiale la nascita delle scuole ecclesiastiche e stabilisce che i futuri sacerdoti siano formati da un chierico presso le case vescovili. Nascono le scuole episcopali in cui è possibile accogliere anche i laici, in questo modo anche i giovani aristocratici hanno la possibilità di ricevere un istruzione. Il concilio di Vaison del 529 introduce le scuole parrocchiali, nei piccoli centri o nelle campagne, per la formazione dei futuri sacerdoti. La chiesa istituisce le scuole patriarcali, nelle quali è bandito lo studio della filosofia, considerata una disciplina pericolosa per la fede cristiana.

Carlo Magno e la Scuola Palatina

Carlo Magno, re dei Franchi, amplia le dimensioni del proprio dominio, sottomettendo longobardi e sassoni. Il suo progetto politico prevede la costruzione di un Impero che si richiami all'Impero Romano e al Cristianesimo. Ha compreso l'importanza di una riforma della struttura di governo che investe tutti i campi della cultura e in modo particolare l'istruzione. Nel 782 Carlo incarica Alcunio Di York di istituire la Schola palatina presso la corte di Aquisgrana. Alcunio organizza così il programma didattico: -istruzione primaria (insegnamento lettura e scrittura); -livello superiore (introduzione delle materie propedeutiche allo studio della filosofia: arti del trivio e quatrivio); -livello più alto (studio della filosofia).

Gregorio Magno: la formazione del clero e educazione popolare

Gregorio Magno è considerato un divulgatore della religione cristiana. Convinto sostenitore della formazione popolare, una volta eletto papa, ricorda ai suoi vescovi di perseguire la formazione religiosa del popolo, attraverso la predicazione. Un altro principio pedagogico importante è il ricorso alle immagini affinché gli analfabeti riescano a capire ciò che c'è scritto sui muri.

Severino Boezio: arti liberali e filosofia

Le arti liberali sono al centro delle riflessioni di Severino Boezio. Scrive una serie di opere dedicate a ciascuna delle discipline e delle arti liberali. Le arti del quadrivio  colgono l'ordine e la perfezione del numero, dello spazio, dei corpi celesti e dei suoni. Boezio rivolge le sue attenzioni anche al trivio, in particolare si occupa della dialettica. La dialettica si articola in 3 fasi: -studio della parola, del suono e del significato; -studio del valore logico della parola; -studio della proposizione. Essa assume nell'alto-medioevo un valore centrale.

Benedetto da Norcia e Cassiodoro: monachesimo occidentale

Dopo l'editto di Costantino la chiesa assume un ruolo fondamentale nella cultura del tempo e nell'educazione dei giovani. Dal V-VI secolo era la chiesa che garantiva l'istruzione. inizialmente il monachesimo si esprime come il desiderio da parte dei laici di imitare Cristo. Benedetto da Norcia ha fondato il primo monastero nel 529 a m. Cassino. La regola benedettina era ispirata al principio di moderazione. Al lavoro manuale i monaci alternano la preghiera. Marco Aurelio Cassiodoro era un rappresentante del monachesimo alto-medievale, è stato attivo presso la corte di Teodorico. egli elabora un compendio delle sette arti liberali divise nel trivio e nel quadrivio.

Il nome della rosa

Il film è ambientato nel 1937, e vede come protagonisti il giovane monaco novizio  Adso da Melk  e il suo maestro  Guglielmo da Baskerville . Quest’ultimo è stato chiamato presso un’abbazia benedettina per partecipare a una riunione che deciderà il destino dei Francescani, non ancora riconosciuti pienamente dalla Chiesa. Al suo arrivo però si scoprirà che Guglielmo dovrà riprendere il suo ruolo di  inquisitore , che aveva abiurato: nell’abbazia è stato infatti  ucciso un monaco . Guglielmo dunque si mette al lavoro, ma la sua inchiesta, vista non proprio benissimo dai monaci del luogo, giunge a un punto morto, almeno fino a che non avviene un secondo delitto. Sul posto sono presenti anche degli eretici appartenenti alla  setta dei Dulciniani , che sembrano essere i principali sospettati. Nel frattempo Adso incontra una contadina, che lo introduce ai piaceri della carne. Guglielmo continua a indagare sui  delitti che si susseguono , che lo portano sempre più vicino alla

Sant' Agostino e il "maestro interiore"

Nelle Confessioni, la sua opera autobiografica, Agostino delinea la sua concezione di insegnamento fondato sulla curiosità e sull'interesse dell'allievo. E' proprio in relazione al linguaggio che Agostino nel Il maestro affronta le questioni sul suo pensiero educativo. Il maestro non può insegnare attraverso il linguaggio, perché esso è costituito di segni che possono essere compresi solo da chi conosce già le cose a cui si riferiscono. Il maestro, attraverso il linguaggio, può soltanto stimolare l'allievo alla ricerca interiore della verità nella propria anima, cioè del proprio maestro interiore. In definitiva, per Agostino l'educazione è un processo nel quale l'allievo è attivo protagonista e no passivo ricettore. Agostino da molta importanza all'allievo: egli ritiene che ogni nozione, per essere appresa in modo definitivo dall'allievo, debba essere sentita come vera. Solo così una nozione potrà essere trasferita dall'ambito originario a un alt

Patristica latina dei secoli successivi: san Gerolamo e sant'Ambrogio

Gerolamo dà più importanza all'educazione nella prima infanzia, un compito assegnato ai genitori, che devono impartire valori morali e religiosi, facendo leva sull'emulazione sulla lode. In questo ambito si sottolinea il ruolo della madre come educatrice delle figlie femmine che deve indirizzare verso la preghiera e la conservazione della purezza. Oltre la preghiera, Gerolamo consiglia per l'educazione delle fanciulle, indirizzate alla vita monastica, anche la penitenza e la mortificazione psicologica e fisica. Lo stesso avvicinamento alle Sacre Scritture ma attraverso il lavoro. Anche sant'Ambrogio, vescovo di Milano, contrasta gli aspetti della cultura pagana, i quali possono ostacolare la conquista della vita eterna. La fides latina (la lealtà) diventa la fede in Cristo, la charitas assume un significato più interiore. Con Ambrogio il concetto greco-romano di officium viene ripreso in chiave cristiana. Egli distingue due livelli di servizio/dovere: l'officium me

Minucio Felice e Tertulliano contro la cultura pagana

I Padri latini non erano molto attratti dalla filosofia, nonostante se ne occupavano. La loro formazione era più di carattere giuridico-retorico che filosofico.  In altri Padri possiamo invece trovare prevalentemente intenzioni più strettamente teologico-pastorali (rivolte a problemi religiosi e alla predicazione) e filologico-erudite (legate alla corretta lettura e interpretazione delle Scritture). Il primo scritto apologetico a favore dei cristiani è forse il dialogo Ottavio, scritto da Minucio Felice. Egli ha lasciato duri attacchi contro i filosofi greci e riguardo alla possibilità di trovare concordanze tra loro e il cristianesimo. Una posizione estrema e ancora più critica, è quella di Tertulliano, secondo il quale era la fede e non la ragione l'unico mezzo per raggiungere la verità.  Nell'opera intitolata Apologetico nega ogni possibile somiglianza tra filosofia e cristianesimo. Egli spinge le persone a cercare il signore con semplicità e cuore.

Clemente Alessandrino, Origene e Giovanni Crisostomo

I maggiori Padri della Chiesa si occupavano di stabilire un rapporto tra cristianesimo e filosofia greca, chiarire aspetti teologici del cristianesimo fornire precise indicazioni educative per arrivare alle classi colte. Ad Alessandria d'Egitto Clemente Alessandrino scrisse due opere, il Protrettico e il Pedagogo, nelle quali parlava del rapporto tra cristianesimo e cultura greca, con intento apologetico, cioè di difesa e affermazione della nuova religione cristiana. Clemente ritenne possibile individuare nei filosofi antichi una scintilla divina. Clemente valorizzò principalmente la figura di Cristo, che venne ed assumere la centralità nella filosofia greca. Cristo era inteso come vero maestro.   Successore di Clemente alla guida del Didakaleion fu  Origene . Per lui era il messaggio divino a porsi come educatore dell'umanità. Il principale scopo dell'educazione cristiana era favorire il ritorno di Dio. Origene è fondamentale per l'interpretazione della Bibbia. T

Cristianesimo e filosofia

Il cristianesimo si trovò ad affrontare una doppia sfida: la minaccia pagana e le diverse interpretazioni dello stesso messaggio cristiana. Già dal II secolo d. C. comparvero le prime vere  scuole cristiane . Erano centri educativi che insegnavano anche la filosofia greca. I  didàskaloi furono i primi maestri cristiani.  Una delle più importanti scuole sorse,verso il 190, ad Alessandria d'Egitto ed è chiamata Didaskaleion. In questa scuola operavano Panteo, Clemente Alessandrino e Origene. Le attività tenute nella scuola di Alessandria erano soprattutto conferenze su temi religiosi e a carattere apologetico. Nel contempo venivano insegnate anche le sette arti liberali. Con il catecumenato, attraverso lo studio della Bibbia, si educava al cristianesimo, preparando al battesimo e all'ingresso nella comunità dei credenti.  L'educazione prevedeva due livelli formativi: uno per incipienti (coloro che fanno ingresso alla comunità cristiana) che vengono preparati al battesimo; e

La prima educazione cristiana e l'importanza dei fanciulli

Nei primi secoli l'educazione cristiana era basata sul rapporto personale, un'educazione informale portata avanti dai Padri apostolici. Nell'ottica cristiana l'educazione è rivolta a tutti, senza distinzioni di sesso, appartenenza etnica e condizioni sociali. Quello cristiano è un messaggio universale che, attraverso un rinnovamento interiore, vuole condurre alla salvezza dell'anima. Il messaggio di Cristo che l'educatore trasmette è incentrato sull'amore per gli altri, riflesso dell'amore per Dio. Per Cristo i fanciulli diventano un esempio da imitare.

Cristianesimo ed Educazione

Negli ultimi secoli dell'impero romano assume una particolare importanza una religione con una visione innovativa dell'uomo: il cristianesimo. Dopo una fase di persecuzione, al cristianesimo viene riconosciuta la libertà di culto e diventa la religione ufficiale dell'impero. Man mano che l'impero romano (soprattutto dell'Occidente) va incontro allo sfacelo, cresce di importanza la Chiesa cristiana, che cerca di conservare strutture amministrative dello Stato. I monasteri sono non solo isole di pace ma anche centri di conservazione e trascrizione di opere del passato. Il cristianesimo manifesta una spiccata vocazione pedagogica. Cristo è il maestro. I primi strumenti dell'educazione cristiana sono i Vangeli, incentrati sulla figura di Cristo e sul suo esempio. Fondamentale è l'imitazione di Cristo. Nel tardo Medioevo è apparso un libro intitolato "Imitazione di Cristo", che insiste sull'importanza dell'azione ispirata alla fede. Cri